All'origine della svolta telematica nella Pubblica Amministrazione,
l'approvazione nella primavera del 1997 della cosiddetta legge
Bassanini, attuale ministro della Funzione pubblica (vedere, sull'argomento,
il servizio dal titolo Metta una firma, prego di Giovanni Ziccardi,
(PC Inter@ctive di aprile, numero 8, p. 127).
Tutto è iniziato con l'Art. 15 c. 2 della legge 15 marzo
1997 n. 59: "gli atti, dati e documenti formati dalla pubblica
amministrazione e dai privati con strumenti informatici o telematici,
i contratti stipulati nelle medesime forme, nonché la loro
archiviazione e trasmissione con strumenti informatici, sono validi
e rilevanti a tutti gli effetti di legge".
Maggiori dettagli, poi, nel Regolamento attuativo Dpr 10 novembre
1997 n. 513 (G.U. n. 60 del 13 marzo 1998):
Art. 5 c. 1: "Il documento informatico, sottoscritto con
firma digitale ... ha efficacia di scrittura privata ai sensi
dell'articolo 2072 del codice civile"
Art. 1 c. b: "per firma digitale si intende il risultato
della procedura informatica (validazione) basata su un sistema
di chiavi asimmetriche a coppia, una pubblica e una privata"
Art. 10 c. 6: "l'apposizione di firma digitale integra e
sostituisce l'apposizione di sigillli, punzoni, timbri contrassarchi
di qualsiasi genere"
Art. 11 c. 1: "I contratti stipulati con strumenti informatici
o per via telematica mediante l'uso della firma digitale ... sono
validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge".
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